Inizio subito col dire una cosa... PERDONATEMI.
Lo so, sono passati ben due mesi dall'ultima volta che ho pubblicato qualche aggiornamento qui, ma nell'ultimo periodo sono stata davvero molto impegnata con i compiti e progetti da portare a termine, visto che - finalmente - l'arrivo di giugno si avvicina.
Prima di iniziare con il vero e proprio argomento di questo post, vi anticipò già che nonostante la mia presunta assenza, in questi giorni ho avuto l'opportunità di girare diversi video che caricherò uno dopo l'altro! Quindi tenetevi pronti e siate pazienti, ne vedrete delle belle.
Ma adesso, parliamo d'altro... Come ben sapete, io partirò con Intercultura, un'associazione che fin dal 1955 si è occupata di inviare dall'Italia circa 1800 studenti ogni anno in diverse parti del mondo, per permettere loro di vivere e conoscere una nuova cultura, così come di accogliere ragazzi provenienti da altri paesi per trascorrere un periodo della loro vita nelle scuole e nelle famiglie italiane.
INTRODUZIONE ALL'ORIENTATION
L'organizzazione si divide quindi in due "settori" principali: Invio e Ospitalità. Il programma Invio è quello di cui faccio parte io, che è responsabile di mandare gli studenti italiani all'estero per un determinato periodo di tempo. Dopo quindi aver passato tutte le selezioni - ed aver vinto eventuali borse di studio - gli studenti selezionati dovranno affrontare un percorso chiamato Orientation, che li seguirà dal momento della selezione definitiva fino alla partenza, nel quale saranno guidati dai volontari del loro Centro Locale (nel mio caso, Catania) in un vero e proprio percorso di orientamento a tappe, in cui attraverso giochi, attività, momenti informativi ed attività di formazione, i ragazzi prossimi alla partenza avranno modo di familiarizzare con le situazioni che vivranno all'estero e prepararsi all'esperienza.
Possiamo individuare di seguito i due incontri formativi più importanti, che chiamerò semplicemente Tappe.
Prima Tappa
Il primo incontro con Intercultura si è svolto tutto il giorno 17 Aprile. E' durato circa dalle 10 fino alle 18 ed è stato abbastanza intenso, sia perchè era la prima volta che incontravamo faccia a faccia tutti i ragazzi partecipanti e i volontari, sia perchè abbiamo trattato diversi temi importanti in un solo giorno. Per superare i primi imbarazzi e rompere il ghiaccio, abbiamo iniziato facendo delle attività per conoscerci meglio e per rendere più piacevole l'esperienza, come piccoli giochi e la scelta delle regole da seguire. Passo dopo passo abbiamo poi fatto diverse attività, alcune più noiose altre più interessanti, che trattavano dell'identità individuale (io come Martina) e identità culturale (io come italiana), parlando anche delle differenze rispetto agli altri paesi. E' stato divertente, visto che le attività sono fatte in modo tale da non risultare troppo pesanti, ma io sono comunque tornata a casa sfinita.
Seconda Tappa
Il secondo incontro è durato un intero weekend, e si è svolto da venerdì 6 Maggio a domenica 8. A essere sincera, questa - come l'anno scorso - è stata in assoluto la mia preferita. Non solo perchè gli argomenti trattati erano più interessanti e si aveva la possibilità di chiarire quegli aspetti e quelle paure che magari tanti studenti hanno prima di partire, ma sopratutto perchè ho avuto l'occasione di fare amicizia con 20 fantastici ragazzi che hanno vissuto questo weekend insieme a me e che fra pochi mesi verranno spediti in diversi paesi in tutto il mondo. Detto questo, il weekend è stato un alternarsi di momenti da tagliarsi le vene per la "pesantezza" degli argomenti, e momenti da ridere a crepapelle. Nonostante tutto abbiamo concluso questi giorni al meglio grazie al sostegno e all'aiuto dei volontari del nostro Centro e infine anche ai volontari del S.I.S.M., che ci hanno regalato dei momenti di puro divertimento. In questo weekend abbiamo trattato così tanti temi che è difficili riassumerli tutti, ma l'obbiettivo principale girava sempre intorno all'essere più consapevoli dell'esperienza che stiamo per fare, di come superare lo shock culturale, di come comportarci nel paese ospitante, dell'importanza dell'ascolto e del chiedere aiuto se ne abbiamo bisogno, e infine anche di come affrontare il ritorno in Italia. Una delle mie parti preferite di questo campo è stato l'ultimo momento di formazione, in cui i volontari ci hanno dato carta e penna e ci hanno detto di scrivere una lettera ai noi stessi del futuro, dopo essere tornati dall'esperienza. E' stato un momento emozionante e di riflessione, e spero di aver espresso in quelle poche parole tutto quello che sento e che vorrei poter ricordare per sempre al mio ritorno.
Credo adesso di aver compensato i miei mesi di assenza, dopo questo post chilometrico... Ora devo tornare a concentrarmi sui libri, ma vi prometto che ci sentiremo prestissimo in un nuovo video/post!
Ciao a tutti! :)